Lo scorso 8 novembre, presso la Fondazione Luigi Einaudi di Torino, si è tenuto il primo incontro del Ciclo 2013 “I diritti dei cittadini nell’Unione Europea. Quali forme di partecipazione per andare oltre il disincanto?”, organizzatoin collaborazione con il Consiglio Regionale del Piemonte e la Consulta Regionale Europeada un gruppo di importanti centri politico-culturali torinesi tra cui MFE, CESI e CSF. Al dibattito sul tema “La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, le Costituzioni nazionali, la democrazia multilivello in Europa. Come rendere concreto il nostro “diritto ad avere diritti”?”, presieduto da Alfonso Sabatino (Segretario regionale AICCRE), hanno partecipato Giuseppe Bronzini (Magistrato di Cassazione, Membro della Fondazione Basso, Socio fondatore del Basic Income Network (BIN) Italia) e Luciano Scagliotti (Presidente Centro d’Iniziativa per l’Europa, European Network Against Racism).

 

Sabatino ha introdotto l’argomento, sottolineando che la Carta dei Diritti Fondamentali, riguardando i diritti delle persone, ha una rilevanza non solo europea ma potenzialmente universale. Bronzini nel suo intervento ha osservato che la Carta è molto ambiziosa, in quanto costituisce il modello di una costituzione federale chiara che, attraverso la fusione degli orizzonti costituzionali degli Stati membri, cerca di coniugare tutela nazionale e internazionale, azionando la possibilità dei cittadini di far valere i propri diritti a livello europeo. Scritta come carta costituzionale, ossia prevedendo diritti giustiziabili, la Carta dei Diritti Fondamentali, dopo l’approvazione a Nizza nel 2000 sotto forma di raccomandazione, ha ottenuto con il Trattato di Lisbona valore giuridico vincolante, per cui qualsiasi norma della Carta è prevalente rispetto a qualsiasi altra norma prevista a livello nazionale. La Carta di Nizza è un testo inclusivo, perché riunisce tutti i diritti civili, politici, economici e sociali dei cittadini europei, compresi quelli di cosiddetta 4° generazione. I problemi di implementazione della Carta derivano dai provvedimenti anti-crisi adottati dal Consiglio Europeo, come il Fiscal Compact, che non facendo parte del diritto comunitario, non sono sindacabili dalla Corte di Giustizia europea, per cui dovrebbe esserci un comune impegno delle forze sociali e politiche europee affinché la Carta venga rispettata anche nell’ambito di questi nuovi atti.

Scagliotti nel suo intervento ha precisato che occorre far sì che i cittadini possano effettivamente accedere ai diritti previsti dalla Carta di Nizza e farli valere attraverso strumenti immediati, per poter reagire nei confronti delle violazioni di tali diritti. I trattati internazionali sono uno strumento attraverso cui gli Stati membri evitano di rispettare e promuovere una Carta dei Diritti che costituisce un dovere per loro. La cittadinanza europea poggia sull’insieme dei diritti e delle norme che esistono a livello europeo e ciò ha contribuito a formare un’identità europea, ma se questa non diventa quotidianità, si blocca la costruzione dell’Europa.

Al termine delle relazioni è seguito un dibattito che ha visto da parte del pubblico in sala diversi interventi e a conclusione dei lavori si è ribadita la necessità che la Carta dei Diritti Fondamentali abbia maggior visibilità, in quanto i diritti coinvolti sono tanti e spesso si sovrappongono e si intersecano, per cui occorre un meccanismo istituzionale che permetta ai cittadini europei di poter accedere concretamente alla tutela di tali diritti.