Martedì 17 gennaio presso l’Archivio di Stato di Torino, la sezione MFE di Torino e il Centro Einstein di Studi Internazionali (CESI), in collaborazione con i più importanti centri studi torinesi, hanno organizzato un dibattito sul tema “Contro le mafie e l’economia sommersa: un piano europeo per lo sviluppo e l’occupazione”. All’incontro, presieduto da Lucio Levi (Presidente MFE), ha partecipato in veste di relatore Don Luigi Ciotti (Fondatore Gruppo Abele, Presidente di Libera) .
Levi ha introdotto, sottolineando che l’attuale crisi economica-finanziaria mondiale riflette le contraddizioni di un mondo in cui non si sono globalizzate solo l’economia e la società civile, ma anche la criminalità, mentre la politica è rimasta ancorata ai confini nazionali. L’indebolimento della sovranità degli Stati li rende impotenti a fronte di attività criminali di dimensione mondiale. La risposta alle sfide della competitività internazionale può indurre i governi a tollerare, a fini occupazionali, l’economia sommersa. Vengono in tal modo elusi beni pubblici, come i diritti dei lavoratori, gli obblighi fiscali, il rispetto ambientale e si crea un terreno fertile per gli investimenti di capitali riciclati con accumulazione di ricchezze illecite che rafforzano la criminalità organizzata in tutto il mondo. Il problema è globale e sconta l’assenza di un governo mondiale e di strumenti di controllo democratico sulle scelte economiche. Gli Stati nazionali non hanno né i poteri né le risorse per fronteggiare le sfide del XXI secolo. Questa situazione ha determinato un arretramento della democrazia e dei diritti. L’obiettivo del MFE è di portare la legalità sul piano internazionale e favorire in primo luogo l’effettivo compimento del processo d’integrazione europea verso la Federazione. Oggi l’Unione europea si limita a chiedere agli Stati rigore e risanamento che, pur necessarie, devono essere accompagnate dal rilancio dello sviluppo, dell’occupazione, della ricerca e dell’innovazione. Occorre che l’UE lanci un Piano di sviluppo ecologicamente e socialmente sostenibile capace di rispondere in modo adeguato anche al problema della disoccupazione, della sottoccupazione e dell’economia sommersa, terreno fertile della criminalità organizzata e delle mafie. Il compimento del processo di integrazione europea verso la Federazione richiede la mobilitazione delle forze politiche, economiche e sociali più responsabili. Il Trattato di Lisbona offre la possibilità ai cittadini europei di far sentire con forza la propria voce con un’iniziativa di democrazia diretta rappresentata dalla presentazione alle istituzioni europee di un’Iniziativa dei Cittadini Europei, un’ICE, che chieda alla Commissione di attivare un Piano per lo sviluppo sostenibile.
Il fenomeno delle mafie non è solo un problema locale, ma ormai sempre più un fenomeno transnazionale. Don Luigi Ciotti ha illustrato al folto pubblico come Libera – un network di 1500 associazioni, scuole e gruppi ambientali formatisi nel 1995 a Torino – ha lavorato con l’obiettivo di globalizzare un impegno civile responsabile nella lotta contro la criminalità organizzata, promuovendo la partecipazione e la responsabilizzazione di cittadini, scuole e università in Italia e in Europa per ottenere una legislazione nazionale ed europea a favore della confisca dei beni ai mafiosi e il loro uso sociale. Se la politica è debole, le mafie sono più forti, ha affermato. Il progressivo crollo del lavoro e delle politiche sociali in Europa crea un terreno fertile per il riciclaggio dei giovani nel circuito criminale mafioso. Don Luigi Ciotti ha dichiarato di condividere l’obiettivo del Movimento Federalista Europeo circa il lancio di un’ICE per un Piano europeo per lo sviluppo sostenibile, l’occupazione, la ricerca e l’educazione alla legalità, che deve stimolare un impegno condiviso da parte di forze sociali e politiche. Al termine delle relazioni sono seguiti gli interventi di Paolo Ceratto (Vicedirettore UNSSC), Lorenzo Cestari (UIL – TO/Piemonte), Lorena Cadone (CGIL – TO) e Claudio Tecchio (CISL – Piemonte) che hanno dichiarato il loro appoggio alla proposta di ICE del MFE come risposta all’attuale crisi economica e del crescente disagio sociale che scaturisce dalla progressiva liquidazione delle forme di tutela dei diritti fondamentali che favorisce situazioni di crescente fragilità sociale e culturale. Hanno quindi espresso il loro sostegno all’iniziativa MFE perché può innescare una nuova fase economica virtuosa, un nuovo welfare europeo, un modello di sviluppo che rimetta al centro il capitale umano, promuovendo la ricerca, l’innovazione e l’occupazione, e sia portatore di un’etica della responsabilità e dei diritti.
A conclusione dell’incontro, don Luigi Ciotti ha ribadito che in una situazione di grave crisi economica le mafie si rafforzano, sfruttando i vuoti della legalità. In assenza di diritti ed eguaglianze anche il benessere è a tempo determinato; occorre quindi un impegno civile di corresponsabilità sociale e politica per un nuovo modello di sviluppo sostenibile, che favorisca una società rinnovata nella trasparenza e nella coesione. La legalità è un bene pubblico che dà basi solide alla solidarietà e fa in modo che nessuno sia lasciato solo. Sono state raccolte le adesioni dei presenti all’Appello per la Federazione europea che verranno inviati al Parlamento europeo.