Lunedì 18 giugno a Torino presso la Fondazione “Luigi Einaudi”, il Centro Studi sul Federalismo (CSF) e il Centro Einstein di Studi Internazionali (CESI) hanno organizzato un convegno dal titolo “Attualità di Bruno Trentin: per l’Europa politica e sociale”. L’incontro ha preso spunto dalla pubblicazione del volume, a cura di Sante Cruciani, Bruno Trentin. La sinistra e la sfida dell’Europa politica. Interventi al Parlamento europeo, documenti e testimonianze (1997-2006), Roma, Ediesse, 2011.
Al convegno, presieduto da Roberto Palea (Presidente CSF), sono intervenuti Walter Cerfeda (Associazione Bruno Trentin, ex segretario confederale della Confederazione Europea dei Sindacati – CES), Pier Virgilio Dastoli (Gruppo Spinelli, Presidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo – CIME), l’On.Gianni Pittella (Vicepresidente vicario del Parlamento europeo) e il curatore del volume Sante Cruciani (Università degli Studi della Tuscia).
Palea ha introdotto l’incontro, sottolineando come gli interventi di Bruno Trentin all’interno della CGIL, del Partito Comunista e del Parlamento Europeo siano stati coerenti e lucide prove di posizioni federaliste per un’Europa politica, che fosse in grado di esprimersi con una sola voce a livello internazionale e di perseguire il diritto alla pace che è alla base del processo d’integrazione. Cerfeda, nel suo intervento, ha evidenziato la straordinaria lungimiranza di Trentin, la sua capacità di individuare in tempi non sospetti i problemi che interessano l’Europa attuale. La crisi finanziaria, diventata economica e sociale, è ora una crisi politica, segnata dalla frattura tra il luogo in cui si esprime il consenso dei cittadini e il luogo in cui vengono prese le decisioni. La Federazione Europea rappresenta oggi un bisogno reale che impone alle classi dirigenti nazionali un salto qualitativo: solo con la cessione di sovranità, in cambio di un approfondimento dell’integrazione, si potrà garantire all’Europa un governo democratico capace di attuare un Piano di sviluppo economicamente e socialmente sostenibile. Ricordando come Trentin per la sua saggezza, competenza ed equilibrio sia stato un testimone della buona politica, l’On.Pittella ha espresso rammarico per l’involuzione in atto nelle classi dirigenti europee, in particolare per la loro incapacità di comprendere l’esistenza di beni pubblici europei che devono essere tutelati e finanziati con risorse europee. La crescita è possibile solo se si fa politica sui beni comuni. Deve essere attuata a livello europeo una politica di investimenti pubblici rivolta alla ricerca e all’innovazione, che sia basata su imposte europee e titoli di debito europei. Allo stesso tempo il rafforzamento politico, economico e sociale dell’Europa implica necessariamente la creazione di partiti effettivamente europei. Dastoli ha rilevato come il contributo politico-intellettuale di Trentin, che ha partecipato alla creazione del primo Gruppo Spinelli al Parlamento europeo, possa essere punto di ispirazione su ciò che è necessario attuare per far uscire l’Europa dalla situazione odierna. Serve un salto di qualità non solo economico, attraverso il lancio di un Piano per la crescita, ma anche politico, che porti l’UE ad avere un governo effettivamente democratico. Cruciani ha sottolineato come il volume ricostruisca l’attività politica di Trentin nel Parlamento europeo durante la legislatura 1999-2004, mettendo però in luce anche il suo pensiero di dirigente sindacale e uomo di partito, che ha sempre dato importanza al tema dei diritti sia nel mondo operaio sia nella società, guardando all’Europa come asse fondamentale della sua posizione politica.
Al termine delle relazioni è seguito un dibattito che ha visto da parte del pubblico in sala diversi interventi, tra cui quello di Lucio Levi (Presidente nazionale MFE). A conclusione dei lavori, Palea ha sottolineato che ogni crisi determina delle opportunità: le classi politiche nazionali si sono rese conto della chiusura di un ciclo non solo nell’economia, ma anche nella politica. Si è aperto un nuovo ciclo storico da affrontare, ponendosi su un piano che può essere solo europeo.