La dimensione europea della resistenza

Si può dire che la resistenza ha avuto una dimensione europea per due ragioni. In primo luogo perché era una lotta comune nei confronti del nazifascismo delle potenze dell’asse contro le quali si scontravano i movimenti per la libertà. In secondo luogo perché la lotta per la libertà era una lotta contro il nazionalismo, che è l’aspetto fondamentale che unificava gli stati nazisti e fascisti. Questa comunanza di ispirazione dei movimenti per la resistenza ha contribuito a un clima favorevole all’unità europea. Però i movimenti federalisti che sono nati durante la resistenza erano una piccola minoranza nel grande fronte delle forze antifasciste che si battevano per la libertà. Il manifesto di Ventotene che è il documento più importate della resistenza europea, è stato firmato solo da quattro/cinque confinati sugli 800 che erano detenuti al confino di Ventotene. Questo perché il manifesto di Ventotene mette in evidenza una grande svolta nella storia che non era percepita dai più. La maggior parte degli antifascisti pensavano al dopoguerrra come a un momento di ricostruzione dei vecchi stati nazionali. Il Manifesto di Ventotene invece mette in luce una svolta nella storia e cioè l’idea che gli stati nazionali avevano concluso il loro ciclo storico e che era il momento dell’unificazione europea e le due guerre mondiali erano intese come una risposta della Germania al bisogno di unità dell’Europa.

La resistenza non è finita.