Il 1° marzo 2019, presso il Circolo dei lettori di Torino, si è tenuto il dibattito in occasione della pubblicazione del libro di Claudio Giulio Anta “Einstein, la pace e il governo del mondo“, organizzato dal Centro Einstein di Studi Internazionali e dal Centro Studi sul Federalismo.

Hanno discusso: Claudio Giulio Anta, storico del pensiero politico contemporaneo, Vincenzo Barone, fisico teorico e Lucio Levi, politologo, coordinati dal direttore del CESI, Giampiero Bordino.

Secondo Hobbes, scopo dello Stato è la conservazione della vita, la protezione degli individui dalla morte violenta. Nell’era atomica lo Stato ha perduto questo potere: l’umanità ha acquisito il potere di distruggere il mondo, non ancora quello di governarlo. L’antico sogni della pace mondiale si impone con l’urgenza di un obiettivo indilazionabile per far fronte a una catastrofe incombente.

Durante la prima guerra mondiale, Einstein fu tra i fondatori di un movimento – il Bund Neues Vaterland – che mirava a creare un’organizzazione soprannazionale in Europa per prevenire futuri conflitti armati. Einstein è stato un critico dei limiti della Società delle Nazioni e dell’ONU e come Presidente del Comitato di emergenza degli scienziati atomici sostenne la creazione di un governo fdederale mondiale capace di prevenire la guerra atomica e di garantire la pace. E’ stato il promotore di un “nuovo pensiero politico” che intende la pace come la priorità politica del nostro tempo, una formula che fu condivisa da Gorbaciov nel tentativo di fermare la corsa agli armamenti e di ridurre le armi di distruzione di massa. Una prospettiva che fu perseguita dagli accordi tra Reagan e Gorbaciov e interrotta dal sogno megalomane degli Stati Uniti di diventare un impero mondiale. E’ un progetto che rimane un compito per il futuro.