Il 5 aprile 2019, presso il Polo del ‘900 di Torino, si è svolto il dibattito in occasione della pubblicazione del n°1/2019 della rivista The Federalist Debate sul tema Petrolio e moneta internazionale, organizzato dal Centro di Studi Internazionali di Torino (CESI), l’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini e il Polo del ‘900.
Sono intervenuti Antonio Mosconi, Robert Triffin Foundation, Pietro Terna, Università di Torino e Marco Brunazzi, Istituto Salvemini.
L’aggressività di Trump non può far dimenticare l’estrema debolezza del dollaro. Dalla fine del sistema di Bretton Woods e della convertibilità del dollaro in oro (1971), la posizione debitoria degli Stati Uniti è andata progressivamente aggravandosi. L’area dollaro si è via via ristretta con l’aumento di altri mezzi di riserva: l’oro, l’euro e ora il renminbi. Tuttavia l’utilizzo del dollaro è ancora superiore al peso degli Stati Uniti nell’economia mondiale per una supposta nuova convertibilità – questa volta non in oro, ma in petrolio – garantita dalla quotazione del barile in dollari, poi investiti nel sistema finanziario americano, e dalla potenza militare. A seguito delle guerre non vinte e dei ripetuti crack finanziari, però, gendarme e banchiere del mondo non sono più credibili. Inoltre si tenderà sempre più a evitare l’uso del dollaro per non incorrere nelle sanzioni imposte dall’embargo americano nei confronti di alcuni Paesi. La strategia dell’Unione europea deve prevedere l’estensione dell’uso dell’euro e l’ancoraggio allo SDR delle aree monetarie potenziali, a partire dall’Africa e dall’Asia centrale.