Nel 1941 Altiero Spinelli e Ernesto Rossi seppero immaginare una via d’uscita dalla seconda guerra mondiale mentre il nostro continente era sotto i bombardamenti nazisti. Oggi, dopo settant’anni di pace, l’Europa è tornata indietro al tempo della guerra e questo ci deve far riflettere. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha recentemente affermato che, anche per superare la pandemia che ci ha colpito, gli europei devono trovare il coraggio che ebbero allora gli autori del “Manifesto”. Anche il compianto Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, appena eletto, aveva ricordato il legame ideale che collega l’Europa a Ventotene: “dobbiamo recuperare lo spirito di Ventotene e lo slancio pionieristico dei Padri Fondatori, che seppero mettere da parte le ostilità della guerra e porre fine ai guasti del nazionalismo dandoci un progetto capace di coniugare Pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza”. Parlare di un’Europa libera e unita oggi è inutile se non si allarga lo sguardo al mondo intero. Il pianeta è attraversato da crisi multiple e interdipendenti. Per affrontarle bisogna superare lo sguardo solo nazionale con una visione cosmopolita e tornare allo spirito di Ventotene.

Ecco perché il CESI ha riproposto la lettura del “Manifesto” sottolineandone la grande attualità.